Oggi shopping nell’area pedonale di Varese. A zonzo per negozi in Corso Matteotti. Il corso è circondato da strade e stradine, tutte pedonali, dove perdersi è un piacere. Se alzi lo sguardo in via Albuzzi, 8, prima di raggiungere via Griffi, non puoi che stupire di fronte alla finestra Perabò, un gioiello tardo gotico Lombardo del XV secolo in cotto, restaurato di recente (in seguito ad una pesante grandinata nel luglio 2011). Il complesso che fu della famiglia Perabò è ancora integro (attualmente adibito ad abitazioni, negozi e studi professionali), e si trova tra le vie Albuzzi, Griffi, il Vicolo Perabò e piazza Giovine Italia. Etimologicamente, il nome deriva da pera e bue, e si tratta di una delle famiglie più importanti nella storia di Varese. Nell’acciottolato del cortile interno del complesso puoi ammirare una rappresentazione dello stemma ufficiale, che rappresenta un toro furioso, sormontato da un gruppo di tre pere. Dal quattordicesimo secolo ad oggi, dal borgo alla città, con un succedersi di alterne vicende, possiamo ammirare Casa Perabò grazie ad una significativa ristrutturazione iniziata nel 1986. Puoi comodamente accedere al cortile del complesso, dove troverai la “Camera Pincta”, e, alzando lo sguardo, potrai osservare la suggestiva volta dipinta con raffigurazioni di scene musicali ispirate alla mitologia greca. Ma il vero tuffo nel passato, nella memoria del borgo antico della città, e di questa importante casata, è costituito dal forno del pane, che si trovava nella parte sinistra della “Camera Pincta”, da cui alla fine dell’ottocento, ogni giovedi, Pasquale Perabò distribuiva il pane gratuitamente a tutti i bisognosi della città.
A cura di BP, una milanese a Varese
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